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Salis e l’Equilibrio dei Regni
di Daniela Morelli
illustrazioni Paolo d’Altan
Età dai 12 anni
Pagine 240
Formato 142 x 192
Brossura
€19,00
Interno con illustrazioni a colori
ISBN 978-88-97443-29-2
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Salis e l’Equilibrio dei Regni
di Daniela Morelli
illustrazioni Paolo d’Altan
Età dai 12 anni
Pagine 240
Formato 142 x 192
Brossura
€19,00
Interno con illustrazioni a colori
ISBN 978-88-97443-29-2
Punti di forza
- La scrittura incalzante afferra l’attenzione del lettore fino all’ultima pagina
- Romanzo distopico.
- Tematiche legate alla natura e al suo fragile equilibrio
- Protagonista coraggiosa che rompe gli schemi e si libera da una schiavitù.
“Non un alito di vento. Promontori brulli e rocciosi. Improvvisi avvallamenti. Non c’è traccia di vita. Il silenzio mette paura”.
Il suo nome è Salisedine, Salis per fare prima. Nasce e vive in una salina dove gli umani sono schiavi del Regno Minerale e comandano i Cristalli di Sale. Ma Salis è speciale, parla con la Luna che le chiede di riportare l’Equilibrio nei Regni. Orfana di madre, è in fuga dalla salina alla ricerca del padre attraverso l’insidiosa Regione dell’Acqua Dolce. Riuscirà la coraggiosa Salis ad arrivare sul Vulcano? Le sue facoltà saranno contagiose?
Altri diventeranno come lei, un alleluja? La aiuteranno?
Riflessioni dell’autrice Daniela Morelli
“Salisedine è un personaggio che gira nella mia testa da moltissimo tempo.
Era il 1979, ho ancora gli appunti, la vedevo salire su un vulcano sola. La sapevo arrivare dalla salina. La vedevo incontrare Ronja (la bellissima vecchia con le trecce disegnata da Paolo) e Crispino.
Ne avevo scritto una prima commedia, “La conciaossi” e aveva come protagonista proprio Ronja la guaritrice del vulcano. Era andata in scena al Filodrammatici di Milano in una mise en espace con la meravigliosa Nicoletta Ramorino.
C’è stata tutta una gran vita di affetti, teatro, scrittura e tanto lavoro in mezzo. E Salis stava sempre lì. Sempre in cammino su quel vulcano. Sali due passi ma ne scivoli uno…
Poi nel 2014 c’è stata l’idea di Laura Rota di fare una app con le illustrazioni di Paolo d’Altan. Mi hanno chiesto se avessi una storia.
Sì avevo lei. Sapevo da dove era partita e dove sarebbe arrivata.
Abbiamo cominciato a lavorare intorno al mondo di Salis e della salina dove gli uomini sono prigionieri dei cristalli di sale.
Le immagini di Paolo coglievano perfettamente lo spirito della storia che si sviluppava. L’animazione di Laura era emozionante. Nella prima app c’è sulla copertina un velo di sale. Se sfiori lo schermo il sale va via facendo cric cric e sotto compare l’immagine. La prima volta che abbiamo fatto un laboratorio con i ragazzi tutti hanno cominciato a scriverci sopra il nome con il dito indice. Tutto procedeva con una grande creatività ed entusiasmo.
Si decise di pubblicare i primi episodi, quelli delle app in cartaceo. Un album illustrato in cui le parole erano pochissime.
Il primo episodio partiva dalla fuga, perché l’ho vista scappare in una notte di Luna piena. E la Luna per me era già maiuscola. Era già personaggio fondamentale della storia.
C’è stato tutto il lavoro delle app, dei laboratori con i ragazzi di varie scuole e biblioteche a Lodi, di Rozzano, Tradate che con Laura e Paolo abbiamo condotto per tre anni su scrittura, disegno, animazione.
E poi le opere liriche contemporanee di cui ho scritto il libretto: Salis in fuga – Salis nella Regione dell’Acqua Dolce e Salis e l’Equilibrio dei Regni andate in scena nel 2014/15 e 16. Complessivamente vi hanno partecipato oltre duecento ragazzi che si preparavano in un campus estivo e poi andavano in scena sul palcoscenico del Teatro Studio di Milano. Ragazzi che cantavano, recitavano, danzavano e suonavano la bellissima musica di Matteo Manzitti, diretti nel canto da Pilar Bravo, nella formazione teatrale e nella messa in scena dalla regista Fred Santambrogio di Op.64 (www.solocanto.it dove si possono vedere per intero queste tre opere).
A quel punto avevo in mente tutta la storia, l’avevo scritta in tre libretti d’opera, che è tutt’altra scrittura rispetto alla narrativa e ancora il romanzo completo non c’era quando nel 2016 Salis e l’Equilibrio dei Regni ha vinto il premio Andersen come migliore opera multimediale. Abbiamo ritirato il premio con Paolo e Laura, un premio meritato da tutti: ragazzi e professionisti che ci avevano lavorato in quegli anni nelle scuole, nelle biblioteche e in teatro.
Però, mancava il libro.
Ed ecco che è venuta in soccorso la mia editor storica Alessandra Gnecchi Ruscone (che sempre mia aveva seguito nei romanzi storici e non che ho pubblicato con Mondadori). Mi ha stimolata a completarla questa storia, a riempire quei vuoti che tendi a trascurare perché nella tua testa il personaggio è già potente ma che non puoi dare per scontati nella scrittura di un romanzo.
Lo volevamo di un certo tipo il libro, con un certo formato, con quella carta…
C’è stato l’incontro fortunato con Francesca di Martino di Edizioni Piuma.
I piccoli editori fanno fatica, lo sappiamo, ma sono carichi di entusiasmo e di una passione preziosi e con lei ce l’abbiamo fatta!
Il mondo di Salis fa questo effetto, suggerisce, stimola. Non ti fa fermare mai. Perché là in fondo c’è una speranza che è formidabile. È un compito arduo il suo e fa paura: riportare l’Equilibrio nei Regni che l’uomo ha sconvolto.
In questo titolo: “Salis e l’Equilibrio dei Regni” sta il cosa significa per me Salis e la lunga storia che la accompagna fino a qui, fino all’uscita del romanzo.
La ricerca di un equilibrio.
Ho passato i settant’anni e ancora ci sono da sistemare cose, nei comportamenti, nei pensieri, in quello che si dice e in come si giudica…
Sto parlando di me.
Ancora la sera, prima di addormentarmi, mi chiedo cosa ho fatto di giusto o sbagliato nella mia giornata. Ancora compare la piccola o grande vergogna (come nell’infanzia) di un gesto inopportuno. Di una parola di troppo.
Quindi forse l’avventura di Salis e il suo compito di riportare l’Equilibrio nei Regni suggerisce a me una ricerca interiore. Fatta di piccole cose e gesti che vorrei arrivassero a un’armonia.
Il suo mondo, quello di Salis, non finisce qui.
È vasto e potente.
È una storia che possiamo raccontare in tanti modi diversi.
Siamo partiti dal digitale ed eccoci sulla carta.
E ci sono ancora altri percorsi espressivi per raccontarla…”